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Sanità

Ospedale di Vibo, si dimette il primario di Ginecologia dopo due recenti tragedie

Il presidente della commissione Asp: «Sono sorpreso dalle dimissioni, parlerò personalmente con il medico»

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Ospedale di Vibo, si dimette il primario di Ginecologia dopo due recenti tragedie

Ha rassegnato le dimissioni il primario facente funzioni del reparto di Ginecologia dell'ospedale "Jazzolino" di Vibo Valentia, Vincenzo Mangialavori. Dimissioni trasmesse ieri sera all'Asp e ufficialmente non corredate da precise motivazioni. Ma senza dubbio vi è la situazione creatasi in reparto, recentemente finito nell'occhio del ciclone per due sospetti casi di malasanità. Il primo, verificatosi due settimane fa, ha riguardato la morte della 32enne Martina Piserà e del bambino che portava in grembo, sulla quale sono in corso sia le indagini della Procura che quelle interne avviate dall'Asp vibonese. Il secondo caso si è avuto martedì sera, con una donna incinta arrivata in ospedale con una forte emorragia, che ne ha provocato la perdita del bambino che portava in grembo. Il marito della donna ha sporto denuncia ai carabinieri e la Procura, anche in questo caso, ha aperto le indagini.

 

Secondo le prime ricostruzioni e secondo quanto comunicato da Vittorio Piscitelli, presidente della commissione prefettizia alla guida dell'Asp vibonese, si sarebbe trattato di un aborto spontaneo. «Ho difficoltà - ha riferito Piscitelli - a credere che le dimissioni del dottor Mangialavori siano legate a quanto accaduto, essendo la donna arrivata in ospedale in condizioni già critiche». 

 

Intanto si spera che le due tragedie non rimarchino i drammi avvenuti nel 2007, quando le morti delle giovani Federica Monteleone e di Eva Ruscio segnarono l'inizio del declino dello Jazzolino. Alle drammatiche vicende, infatti,  non conseguì un potenziamento dell'ospedale. Viceversa, si è assistito al progressivo depauperamento dei reparti (alcuni dei quali chiusi), al dimezzamento dei posti letto e a un massacro mediatico dei medici, con conseguenze pesanti che ancora oggi si pagano. Si, perché molte criticità che lo Jazzolino attualmente manifesta hanno radici profonde...quasi ventennali. 

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